Cosa è l’arte e perché sembra che sia insita nell’essere umano? Per quello che ne sappiamo, le prime forme definibili artistiche – ma ci sono dibattiti a riguardo – sono quelle scoperte nelle grotte di Francia e Spagna, le più antiche pitture rupestri a oggi conosciute. Disegni di mani, animali, scene di caccia, oggetti e utensili vari, figure umane di cacciatori, queste sono le prime immagini forse concepite come espressione di qualcosa di più profondo della semplice azione quotidiana.
L’arte è comunicazione
In fondo, sintetizzando, l’arte può essere definita come una forma di comunicazione, anzi come un bisogno di comunicare: dietro ogni espressione artistica, che sia pittorica, scultorea, cinematografica o musicale, si cela la necessità dell’artista di inviare un messaggio. Anche nei casi in cui il messaggio è volutamente assente o sminuito, resta vivo l’atto della comunicazione: comunicare il proprio dissenso, la propria assenza, la propria rivoluzione interiore.
La pittura classica
Due sono le arti manuali – se si esclude la scrittura – che più hanno contraddistinto la storia umana: pittura e scultura. La prima è stata probabilmente quella più immediata e immaginifica, capace di dare libero sfogo alla creatività sin dal tempo degli uomini preistorici, per poi evolversi in forme sempre più complesse, raggiungendo talvolta vertici sublimi. Pensiamo alla pittura rinascimentale di Caravaggio o di Raffaello, figlia di quella religiosa del basso Medioevo.
Dall’impressionismo al cubismo
La pittura ha imitato la realtà per molto tempo finché alcuni artisti non hanno scelto di rompere questa sinergia, chi per scomporre il reale, chi per ritrovarlo nella sua scomposizione. Tra i più celebri impossibile non menzionare il movimento dell’Impressionismo di Monet e Gauguin, dove si accendono i colori e si crea il massimo contrasto tra luci e ombre per lasciare sulla tela le sensazioni del pittore di fronte allo spettacolo della natura. Il più rivoluzionario nell’uso del colore sarà Vincent Van Gogh, mentre il più sperimentale Seurat, che darà vita alla corrente del puntinismo.
L’eredità di questi movimenti viene raccolta da Pablo Picasso, il celebre pittore spagnolo, che estremizza la scomposizione della realtà, trasformandola in forme geometriche si incastrano tra loro deformando corpi, visi e oggetti.